Upanishad - Reverse Reflection

Upanishad è un progetto musicale che nasce nel lontano 2000 che ha attraversato negli anni varie forme fino ad arrivare a quella attuale, un trio basso chitarra e batteria che propone il proprio repertorio originale, fatto di rock e contaminazioni di ogni genere creando così una particolare miscela sonora, in grado si stupire sempre l'ascoltatore attraverso stacchi repentini tempi storti e atmosfere cupe e ipnotiche, il tutto guidato da una voce struggente e graffiante.

l'approccio progressive fa da collante richiamando alla mente personaggi e band come Frank Zappa, Myke Patton, Tool, At the drive in, ma anche roba più dura come Botch, Dillinger escape plan e più leggera come Primus e Radiohead...
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tradotto in italiano

Oh, quanto invidio le giovani generazioni per la loro insicurezza di memoria. Per quelli di noi che hanno inondato le nostre celle di memoria con band e album cult nell'ultimo millennio, le nuove band hanno difficoltà a inserirsi nella nostra scatola dei ricordi. Tuttavia, ci sono band che riescono ad hackerare il loro gancio nel nostro cervello in modo permanente. Ma ci sono anche band il cui nome, quando lo vedo da qualche parte, nel mio contenitore di saggezza, così spesso vuoto, salta fuori che avevo già qualcosa a che fare con questa band. Questi includono l'affare del crossover rock alternativo UPANISHAD. Mi ha conquistato con il suo album di debutto "Crossroad" del 2019. Un album pieno di strane canzoni informi, la cui magia senza confini non è certo venuta meno, e la copertina dell'album probabilmente li ha scoraggiati dall'ascoltare. E ora abbiamo un nuovo album chiamato "Reverse Reflection" e si può dire che niente di nuovo in UPANISHAD. La copertina dell'album può essere considerata terribile, ma questa volta almeno il libretto parla di lechčems. Ciascuna delle quattordici canzoni ha una propria immagine, che ricorda le carte dei tarocchi. Strane carte dei tarocchi, secondo le quali si può avere un'idea di cosa possa essere una canzone, perché il libretto, invece, è privo di testi. Ma è probabile che UPANISHAD cavalchi su simili incertezze in futuro, proprio come le singole canzoni, se ce ne sono, hanno messaggi incerti. Ancora una volta, questo è un album che non è per nessuno e non è per me da ascoltare in un giorno normale. E anche se può sembrare che la loro anomalia non sia cambiata, in fondo il nuovo album è un po' diverso dall'album di debutto. UPANISHAD rimane ancora nell'informe psichedelico di T-Rex. Le canzoni sono ancora una volta illuse dalle stravaganti avanguardie della giocosità musicale, ma la band ha rinunciato a un po' della follia sfrenata dei Red Hot Chili Peppers e tendeva a propendere per l'eccentricità dei cerchi quadrati di Frank Zappa. Quindi i ritratti dell'idiota e del genio sono conservati, solo che non tendono a essere inghiottiti dal fuoco. Le canzoni non hanno la stessa esplosività rock di prima e diventano più un affare da camera con celle imbottite. Il suono dell'album è adattato a questo. Le chitarre in particolare sono prive di qualsiasi tagliente ed evocano piuttosto la psichedelia degli anni '60. Tuttavia, questi non sono intrighi di disperazione o di stare a testa in giù tra le ceneri fredde. Si può dire che l'UPANISHAD, con la sua stranezza al confine con la schizofrenia paranoica, mi ha colpito ancora e ancora mi ha spezzato il cervello in molecole, il cui movimento ricorda in modo sorprendente il volo di una farfalla senza senso. Gli UPANISHAD hanno pubblicato un grande album, ma dopotutto il loro album di debutto è eccellente ai miei occhi. C'era anche un po' di follia lì, che era una specie di indizio per me. Un po' come i fiori per una farfalla. Dopotutto, qui penso solo un po' di più alla mia mente, nel tentativo di capire l'incomprensibile.